Livre - Melozzo da Forlì

710.3 BEN

[Exposition. Forlì, Musei San Domenico. 2011]

Description

Livre

Silvana

Benati Daniele 1955 - ...

Natale Mauro

Paolucci Antonio 1939 - ...

Musei San Domenico (Forlì, Italie)

Presentation materielle : 1 vol. (383 p.)

Dimensions : 28 cm

“Senza Melozzo difficilmente si spiegherebbe Raffaello”: l’opinione di Antonio Paolucci rende chiaramente l’idea dell’importanza che Melozzo degli Ambrogi (Forlì, 1438-1494) – più noto come Melozzo da Forlì – ha rivestito nello sviluppo del Rinascimento italiano. Questo volume, edito in occasione di una mostra ospitata nella sua città natale, documenta lo straordinario percorso compiuto dall’artista forlivese che, trasferitosi dapprima a Padova e a Urbino, e quindi a Roma, divenne l’artista di punta negli anni dei pontificati di Pio II e Sisto IV, fino a meritarsi il titolo di Pictor papalis. La conoscenza di Mantegna e soprattutto di Piero della Francesca lo aveva portato ad aderire alle nuove certezze della prospettiva matematica, da cui mosse per intraprendere una personale ricerca sulla bellezza della figura umana, in grado di imporsi come canone di perfezione formale su tutto il creato. Tenendo a mente questi due aspetti si comprende la ricerca artistica di Melozzo, che riuscì a umanizzare la sublime astrazione di Piero della Francesca, cercando una lingua comune tra le scuole artistiche italiane. Le opere di Melozzo, affiancate a quelle di altri straordinari interpreti del Rinascimento – da Mantegna a Piero della Francesca, da Beato Angelico a Ghirlandaio, da Perugino a Botticelli – sono introdotte da saggi storico-artistici che ricostruiscono la parabola artistica di Melozzo e la sua fortuna nei secoli, approfondendo alcuni temi, come la decorazione della Sacrestia di San Marco a Loreto – una delle più celebri opere di Melozzo – o il rapporto dell’artista con la miniatura; il volume è completato da un regesto delle opere.

Catalogue de l'exposition qui s'est tenue à Forlì, Musei San Domenico, du 29 janvier au 12 juin 2011. Bibliogr. p.366-383.