Livre - Carnevale si chiamava Vincenzo

E1A 45 162

Description

Livre

De Luca

De Simone Roberto 1933 - ...

Rossi Annabella 1933 - 1984

Apolito Paolo 1947 - ...

Bassano Enzo

Marzano Gilberto 1948 - ...

Recupero Jacopo

Russo Marialba 1947 - ...

Presentation materielle : XVI-719 p.

Dimensions : 21 cm

Questo lavoro sui carnevale è il risultato di una ricerca condotta in Campania dall’antropologa Annabella Rossi e dall’etnomusicologo Roberto De Simone, con la collaborazione di Marialba Russo, Paolo Apolito, Enzo Bassano, Gilberto Marzana. Ha inoltre partecipato al lavoro il gruppo di ricerche antropologiche della Università di Salerno; il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari ha incoraggiato questo studio che appare nella sua collezione di saggi e ricerche. Lavorando per quattro anni sul campo, gli autori di « Carnevale si chiamava Vincenzo » hanno stabilito un rapporto diretto con situazioni oggi realmente esistenti in Campania. Questo tipo di approccio ha permesso innanzitutto di « scoprire » alcuni rituali considerati scomparsi fin dagli anni ’50 da studiosi di fama, e di rilevare numerosi cerimoniali drammatici e le loro varianti locali, come le Rappresentazioni dei Mesi, la Canzone di Zeza, la Morte di Carnevale, i balli processionali, i rituali di Sant’Antonio Abate, ecc. Per quanto riguarda l’impianto metodologico e i criteri di interpretazione, si deve sottolineare il fatto che, dopo le esperienze di Ernesto De Martino, questa è una delle prime ricerche che tenga effettivamente conto dell’esigenza della interdisciplinarietà, che qui si manifesta secondo le grandi articolazioni dell’antropologia, dell’etnomusicologia e della psicanalisi. Visti in questa triplice prospettiva, che esclude con decisione ogni tentazione folkloristica, i fenomeni del carnevale in Campania si rivelano come una delle più ricche espressioni della cultura popolare meridionale, in cui il collettivo e l’individuale, il mitico e il quotidiano, l’economico e lo psicologico si fondono in un vero e proprio linguaggio, in una serie di segni e di simboli dotati di un’eccezionale densità semantica e di una forza d’urto destinata a provocare un « cambiamento provvisorio » di condizione sociale, esistenziale e addirittura sessuale. E’ evidente che in queste « letture » la novità maggiore è data dall’apporto della psicologia del profondo, soprattutto nella versione mitografica di Jung e di Róheim, che qui trova la sua prima e libera applicazione al materiale culturale offerto dalla Campania. L’impiego spregiudicato e forse non sempre ortodosso di questo strumento, che tuttavia ammette l’attenzione all’economico e al sociale, ha consentito agli autori di compiere un’analisi dei fenomeni collettivi in cui l’individuale continua ad avere un’estrema importanza; basti pensare al motivo del travestimento femminile, che indubbiamente traduce le pulsioni e i conflitti di chi si traveste, o a quello della maschera funebre, in cui affiora un tentativo di esorcizzare la paura della morte. La figura di Pulcinella diventa, cosi, esemplare di un complicato processo di condensazione simbolica dove la morte, la paura, la subordinazione, la nascita, il sesso si traducono in costume, maschera, gesto, intreccio, danza, parola, in cui il soggetto popolare può vivere e leggere le proprie frustazioni e le proprie nevrosi. Ma il risultato forse più cospicuo di queste analisi (e la loro portata non è esclusivamente antropologica) consiste nell’aver indicato nel mondo popolare meridionale la presenza ancora attiva di una cultura non dissociata; nei rituali e nei cerimoniali del carnevale campano il conscio e l’inconscio, il lecito e l’illecito rompono infatti le barriere istituzionali, religiose o ideologiche, per affermare, anche se in modo provvisorio, l’esigenza di un linguaggio unitario, eversivo e liberatorio. In ciò, la cultura popolare si presenta spontaneamente come un’anticuitura. Roberto De Simone, nato a Napoli nel 1933, è un musicista che da circa venti anni compie ricerche sull’espressività musicale e gestuale in Campania. Ha elaborato musiche tradizionali campane (Nuova Compagnia di Canto Popolare), ha scritto musiche per il teatro (Masaniello) e per il cinema (Quant’è bello (u murire acciso). E’ inoltre autore della « favola in musica » intitolata La gatta Cenerentola. Come saggista ha scritto tra l’altro Chi è devoto, un volume sulla ritualità in Campania. Annabella Rossi, antropologa, è nata nel 1933. Lavora al Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari, a Roma, e alla Università di Salerno. Dal 1958 conduce ricerche sul Meridione. Ha scritto numerosi saggi e volumi, tra i quali: Le feste dei poveri, Lettere da una tarantata, Un caso di magia nei monti Picentini. « Ma qual notte può essere più tenebrosa et oscura e però maggiormente perigliosa in se stessa, spaventevole a’ buoni, e che a’ rei porga maggior spirito di audacia e temerità, quanto gli stessi più lucidi e chiari giorni del Carnevale? Ne’ quali, coperto l’uomo sotto una tenebrosa maschera, se apposta l’inimico spenserato, lo offende e non è conosciuto; se commette qual si voglia delitto, non è lingua che riprendere, non che ferro che emmendare lo possa… ». Da Discorso contra il carnevale dí Anonimo del XVII secolo.

RECUPERO Jacopo, Introduzione, VII MARGONI Ivos, Premessa, XIII ROSSI Annabella, Il cambiamento provvisorio, p. 1 DE SIMONE Roberto, Il gesto somatico ritualizzato, p. 20 ROSSI Annabella, Il ciclo invernale, p. 56 ROSSI Annabella, S. Antonio Abate, p. 61 DE SIMONE Roberto, Le danze processuali, p. 80 DE SIMONE Roberto, La canzone di Zeza, p. 99 APOLITO Paolo, Le rappresentazioni dei Mesi, p. 114 ROSSI Annabella, L’espulsione del male, p. 140 DE SIMONE Roberto, La lamentazione funebre per Carnevale, p. 152 DE SIMONE Roberto, Pulcinella, p. 183 ROSSI Annabella, Il travestimento da donna e altre maschere, p. 209 APOLITO Paolo, Appendice prima: Note di contestualizzazione , p. 225 GRUPPO DI RICERCA ANTROPOLOGICA, Appendice seconda: Descrizione dei rituali di Carnevale, p. 254 BASSANO Enzo, Appendice terza: Testi inediti, p. 303, MARZANO Gilberto, Appendice quarta: Antropologia e Computer, p. 411 TABULATI, p. 435 ILLUSTRAZIONI, p. 505 INDICE DEI NOMI, p. 705 INDICE DEGLI ARGOMENTI, p. 707

Notes bibliogr. Index